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Il lato oscuro dello Spazio




Il Meteor Crater dell'Arizona

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Asteroide Itokawa

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Asteroide Eros

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Asteroide Ida

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Asteroide Giaspra


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Basterebbe l'esplosione di un piccolo asteroide a spianare una città. (Nella foto: Il Meteor Crater dell'Arizona, diametro di 1,2 chilometri e 180 metri di profondità, al cui centro sorge un osservatorio astronomico). Il 13 giugno 2009 l'asteroide 2007 XB 10, un Near-Earth Objects (NEO ) con un diametro di 1,1 chilometri, e quindi molto pericoloso, si è portato a 10,6 milioni di chilometri dalla Terra, 27 volte la distanza Terra-Luna.
Fortunatamente, per i prossimi secoli, non sono previsti impatti con corpi così grandi, capaci di polverizzare una cittadina di medie dimensioni. NEO è un asteroide o una cometa che transita a non più di 200 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Solo nel 2009, la NASA ne ha contato 90 in grado di avvicinarsi entro 2 milioni di chilometri (5 volte la distanza Terra-Luna) e 21 entro una distanza lunare o meno, da noi.

E' difficile individuarli perché sono molto piccoli ed altrettanto difficoltoso è prevederne l'impatto. La minaccia più comune (ogni 30.000 anni circa) è data però da NEO di 100 metri, che possono rilasciare l'energia pari a 15 volte quella dell'atomica di Hiroshima, rispetto a impatti con oggetti di un Km (ogni 700.000 anni circa). La NASA è stata incaricata dal Congresso degli Stati Uniti di individuare il 90 per cento di questi NEO entro il 2020. Più probabile uno scontro con un city killer, un bolide di 30-50 metri di diametro che esploda nell'atmosfera. La più famosa di queste esplosioni aeree avvenne nel 1908 nel cielo sopra Tunguska, in Siberia, spianando un'area delle dimensioni di Londra. Il Meteor Crater di Barringer, in Arizona, fu provocato da una meteora della stessa categoria. Se individuassimo un NEO non troppo grande diretto verso di noi con un anticipo di anni o decenni, la scelta più sensata sarebbe far scontrare uno o più grossi veicoli spaziali con l'oggetto per alterarne la traiettoria. Un'esplosione nucleare è invece la sola opzione per NEO più grandi di 500 metri e se l'allarme dà solo un vantaggio compreso fra qualche mese e qualche anno. Per oggetti con taglia dei city killer e con scarso anticipo, la scelta è limitata alla sola evacuazione della zona di impatto. All'inizio del 2019 la Nasa invierà una sonda nello spazio proprio per vedere la fattibilità di un impatto con un piccolo asteroide. Organismi di controllo americani pensano ad un'esplosione aerea di un oggetto di 25 metri ogni 200 anni. La maggior parte esplode sopra gli oceani, dove il rischio di danni a persone è limitato, ma dove potrebbero innescare un maremoto. Secondo Mark Boslough, dei Sandia National Laboratories, ogni anno esplode in atmosfera un oggetto di quattro metri. Da Le Scienze, Agosto 2010.



Tunguska.

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La prima esplosione in quota

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L'impatto con il suolo

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Gli effetti sugli alberi

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La traccia al suolo


Il 30 giugno 1908, alle 7:14, un grande meteoroide colpì Tunguska, località della Siberia centrale, abbattendo 60 milioni di alberi su 2150 chilometri quadrati. L'esplosione fu avvertita a 1000 Km di distanza, mentre altri testimoni, a 500 Km, affermarono di aver visto una nube di polvere all'orizzonte. Semen Semenov, testimone diretto, a 65 chilometri di distanza, parlò di cielo diviso in due, di aver visto un grande fuoco coprire la foresta e di essere stato spostato di qualche metro.
L'onda d'urto fu avvertita a 600 Km di distanza da un treno, quasi deragliato, della Ferrovia Transiberiana. Si stima la potenza dell'esplosione tra 10 e 15 megatoni (come Hiroshima). A Londra, pur essendo mezzanotte, per il chiarore, si poteva leggere il giornale. La causa del fenomeno sembra essere stata l'esplosione di un asteroide sassoso di circa 30 metri di diametro che si muoveva ad una velocità di almeno 15 chilometri al secondo (54.000 km/h). La deflagrazione del corpo celeste sarebbe avvenuta ad una altezza di 8 chilometri. La resistenza offerta dall'atmosfera potrebbe aver frantumato l'asteroide la cui energia cinetica è stata convertita in energia termica.

La conseguente vaporizzazione dell'oggetto roccioso causò un'immane onda d'urto che colpì il suolo. Si può escludere la natura ferrosa o carbonacea della meteora. Nel primo caso, il corpo celeste avrebbe raggiunto il suolo senza frantumarsi, nel secondo caso, la deflagrazione sarebbe avvenuta troppo in alto nell'atmosfera per devastare una zona così ampia di taiga. Per ragioni analoghe e per considerazioni sulla densità, è improbabile che l'evento di Tunguska sia stato generato da una cometa.
Simulazioni più recenti, come quella effettuata da N.A. Artemieva per conto dell'Istituto per la dinamica della geosfera di Mosca, hanno confermato la probabile vaporizzazione dell'asteroide avvenuta 5-10 chilometri sopra Tunguska, mentre Mark Boslough, per conto del Sandia National Laboratories, ha calcolato che l'esplosione fu di circa 3-5 megatoni. La frequenza media di impatti terrestri con oggetti simili a quello caduto su Tunguska è all'incirca di uno ogni 600 anni (da Wikipedia).



Alcuni crateri da impatto terrestri.

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Manicouagan, Canada, diam. 100 Km

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Bosumtwi, Ghana, diam. 10,5 Km

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Gosses Bluff, Australia, diam. 22 Km

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Wolfe Creek, Australia, diam. 875 m



Ipotesi sull'estinzione dei Dinosauri.

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Anomalie magnetiche Chicxulub

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Posizione impatto penisola di Yucatan

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Concause: eruzioni vulcaniche

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Animazione: Tettonica delle Placche

Sono tre le ipotesi principali sulla scomparsa dei dinosauri, rettili estinti alla fine del periodo Cretacico (65 milioni di anni fa):

1) L'impatto meteoritico, come quello della penisola dello Yucatan in Messico, evidenziato dalle anomalie gravimetriche del cratere di Chicxulub del diametro di 180 Km; l'estinzione successiva dovrebbe essere durata almeno 100.000 anni perchè fossili di dinosauri antartici, con primitivi sistemi di termoregolazione ed occhi più grandi del normale, fanno pensare ad una scomparsa lenta.
2) Cambiamenti climatici per la frammentazione del Pangea, che avrebbe modificato le correnti oceaniche e di conseguenza il clima, unita a imponenti eruzioni vulcaniche effusive nel Deccan in India.
3) Concorrenza dei mammiferi primitivi e invecchiamento genetico delle popolazioni dovute ad accumulo di errori nel DNA, come per le Ammoniti. La Paleontologia ci ricorda che ogni specie ha una comparsa, una fase di grande diffusione, una degenerazione ed una estinzione in un periodo di circa 10 milioni di anni.